Appena finito di leggere.
Bè che dire il suo stile è unico, e come sempre la fine ti
lascia il punto interrogativo
Un libro da leggere voto
8
A Nagoya abitano cinque ragazzi, tre maschi e due femmine,
che tra i sedici e i vent'anni vivono la più perfetta e pura delle amicizie.
Almeno fino al secondo anno di università, quando uno di loro, Tazaki Tsukuru,
riceve una telefonata dagli altri: non deve più cercarli. Da quel giorno, senza
nessuna spiegazione, non li vedrà mai più: non ci saranno mai più ore e ore
passate a parlare di tutto e a confidarsi ogni cosa, mai più pomeriggi ad
ascoltare la splendida Shiro suonare Liszt, mai più Tsukuru avrà qualcuno di
cui potersi fidare. Il dolore è cosi lacerante che nel cuore del ragazzo si
spalanca un abisso che solo il desiderio di morire è in grado di colmare. Dopo
sei mesi trascorsi praticamente senza mangiare né uscire di casa, nelle tenebre
di un'infelicità senza desideri, Tzukuru torna faticosamente alla vita ma
scopre di essere cambiato. Non solo nel fisico - più magro, dai lineamenti più
duri e taglienti - ma anche, soprattutto, nell'animo. Ancora oggi, quando ormai
ha trentasei anni, continua a vivere con l'ombra di quel rifiuto che lo
accompagna sempre, come una musica che resta sospesa nell'aria anche quando non
c'è più nessuno a suonarla. L'incontro con Sara, che intuisce l'inquietudine
nascosta dietro l'apparente ordinarietà di Tsukuru, sarà l'occasione per
rispondere a quelle domande che per sedici anni l'hanno ossessionato ma che non
ha mai avuto il coraggio di affrontare.
Buona lettura
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