mercoledì 22 aprile 2015
Il piccolo acrobata
E si mi sto dando alla lettura , ho avuto tanto tempo libero mai così tanto in questi ultimi 3 anni , ma d'altra parte in ospedale che vuoi fare .
Sono stata ricoverata qualche giorno , niente di grave il solito problema del calcolo renale , ormai ci combatto da anni , ormai ho un calcolo di 2 cm e mezzo sta diventando una meteorite , non hanno capito che me lo devono levare chirurgicamente , continuano a sperimentare .UFFFFFFFF
Questo libro l'ho letto in 2 giorni , una storia vera da leggere e rifletterci su , ho letto tanti libri sulla shoah non perchè mi piacciono, è un periodo che eliminerei dalla storia , ma lo faccio perchè in quelhe modo devo ricordare cosa e successo e pensare a quanto sia cattivo l'essere umano ...
Il piccolo acrobata di Raymond Gureme
Raymond ha imparato a stare in equilibrio prima ancora che a camminare. I suoi genitori, gitani francesi, erano circensi, e il pubblico impazziva per il numero del piccolo acrobata. Negli anni Trenta, quando la maggior parte dei suoi connazionali non sapeva né leggere né scrivere, viveva in case spoglie e non si spostava, Raymond aveva una carovana con l'acqua calda dai rubinetti, conosceva tutte le regioni e sapeva leggere. Suo padre aveva combattuto per la Francia durante la Grande Guerra, ed era grazie a lui che nelle località più sperdute erano arrivati i film di Charlot. Il mondo di Raymond finisce il 4 ottobre 1940, quando all'alba si presentano delle guardie che trascinano via lui e tutta la famiglia. Senza una spiegazione, come fossero delinquenti. Vengono portati in un autodromo, trasformato in centro di detenzione. Lì, insieme a centinaia di altri gitani, vengono privati dei loro averi e lasciati a patire fame, freddo, angherie. Costretti, pur denutriti e senza forze, a ripulire dalle erbacce la pista perché i tedeschi possano divertirsi a gareggiare. Ma il calvario è solo all'inizio. Raymond sarà deportato ai lavori forzati in Germania e vedrà da vicino la Shoah degli zingari, non meno feroce di quella riservata agli ebrei. Separato dai suoi, a soli quindici anni dovrà ricorrere alle doti di equilibrismo imparate da bambino per sopravvivere. E attingere al carattere ereditato dalla sua gente, che lo spinge a inseguire la libertà. Sempre e a qualunque costo.
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